La prima volta (che sono morto)

La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto
mi ero distratto solo un secondo, l’attimo dopo ero già sepolto.
La prima volta che sono morto, ho immaginato fosse uno scherzo,
mi sentivo abbastanza tranquillo, ma dopo tre giorni non sono risorto.
È successo così all’improvviso, lo scorso sabato mattina
il mio cuore ha cessato di battere mentre giocavo la schedina
sono atterrato sul pavimento, come da un platano cadon le foglie
non ho nemmeno avuto il tempo di dare un ultimo bacio a mia moglie.
L’ambulanza è arrivata in ritardo, quando non c’era più niente da fare
solo chiamare le pompe funebri e organizzare il mio funerale, poi
prenotare la chiesa, avvisare i parenti, scrivere il necrologio,
qualcuno mi ha tolto il pigiama e infilato il completo, quello del matrimonio.
La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto
mi ero distratto solo un secondo, l’attimo dopo ero già sepolto.
La prima volta che sono morto, ho immaginato fosse uno scherzo,
mi sentivo piuttosto tranquillo, ma dopo tre giorni non sono risorto.
È così che sono finito in quello che chiamano “sonno eterno”,
non è vero che c’è il paradiso, il purgatorio, e nemmeno l’inferno.
Sembra più una scuola serale, tipo un corso di aggiornamento
dove si impara ad amare al vita in ogni singolo momento.
Il pomeriggio passeggio con Chaplin, poi gioco a briscola con Pertini,
e stasera si va tutti al cinema, c’è il nuovo film di Pasolini!
Ieri per caso ho incontrato mio nonno, che un tempo ha fatto il partigiano,
mi ha chiesto: “L’avete cambiato il mondo?”
Nonno… lascia stare, dai …ti offro un gelato!
La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto
ma ho realizzato dopo un secondo, che si sta meglio nell’altro mondo.
Ma se dovessi rinascere ancora, cosa mi importa del destino?
Cambierei sulla tomba la foto con quella faccia da cretino.
Certo, mi ero visto un po’ pallido… pensavo fosse il neon dello specchio.
Il dottore me l’aveva detto: “Fumi meno! Pochi alcolici!”
E chi fumava? Ero pure astemio.
Certo un po’ di sport in più, meno televisione…
Quante cose avrei voluto fare che non ho fatto,
parlare di più con mio figlio, girare il mondo con mia moglie
lasciare quel posto alla Regione e vivere finalmente su un’isola…
E vabbé sarà per la prossima volta!

Mi manchi

Mi manchi
come manca il mare a un’isola
come ad un bottone l’asola
come un mese a un calendario
e a un teatro il suo sipario
a una suora il suo rosario
come le ali a un aereoplano
l’altalena ad un bambino
la sua patria a un emigrato
Mi manchi
come l’ago ad un pagliaio
allo Yeti il suo ghiacciaio
come il vento agli aquiloni
come il cacio ai maccheroni
e la penna ad un notaio
come manca un pesce all’amo
come a volte manca il fiato
e a me dirti che ti amo
Lo nasconderò
questo nostro amore
perché tu non lo veda
perché tu non ci creda
quando ti dirò che ti amo ancora
e che mi manchi…
Mi manchi
come le radici a un albero
come il campo ad un trattore
come al lampo manca il tuono
e al peccato il suo perdono
al mercato il suo frastuono
al ciclista la discesa
a un altare la sua chiesa
ed a Dio la mia preghiera
Lo nasconderò
questo grande amore
perché il mondo non veda
perché tu non ci creda
quando ti dirò che ti amo ancora
che ti amo ancora…
e che mi manchi…
quando ti dirò che ti amo ancora
e che mi manchi…
Mi manchi
come tela ad un pittore
come adesso le parole
come a me manca il tuo amore

Dr. Jekill and Mr. Hyde

Ma tu chi sei?
Tu che questa notte tornerai
e sulla mia bocca giurerai
voglio restare con te.
Ma tu chi sei?
Tu che al primo sole svanirai
e tra un mese telefonerai
di nuovo pazzo di me.
Ti ho visto ridere
di fronte alle disgrazie della gente
ti ho visto piangere
durante la cattura di un serpente.
Ma tu chi sei?
Tu probabilmente non lo sai,
come non sappiamo pure noi
di esser tutti mezzi matti:
un poco Dottor Jekyll,
a little Mister Hyde.
Ti ho visto ridere
davanti a un auto dopo un incidente
ti ho vista piangere
precipitevolissimevolmente.
Ma tu chi sei?
Verosimilmente non lo sai
e la stessa sorte tocca a noi
che siamo tutti mezzi matti:
un poco Dottor Jekyll,
a little Mister Hyde.
Ti ho visto ridere
di fronte alle disgrazie della gente
ti ho vista piangere
durante la cattura di un serpente.
Ma tu chi sei?
Tu probabilmente non lo sai,
come non sappiamo pure noi
di esser tutti mezzi matti:
un poco Dottor Jekyll,
un poco Mister Hyde,
a little Doctor Jekyll,
a little Mister Hyde,
un poco Dottor Jekyll,
un poco Mister Hyde

Senza ritegno

Ti guardo e non puoi tentarmi
dipinta di un’immagine che non apprezzerò
se parli non puoi ascoltarmi
la magra educazione che diffondi fuggirò
le mani non puoi scottarti
la fiamma si fa labile nell’insensibile
mi guardi e non vuoi pensarci
ma sei solo un disegno se non puoi
decidere
e vorrai
e vorrai
e vorrai
vorrai…
E vorrai ridere chiedendo delucidazioni
ma fuori, a piede libero, ne abbiamo
milioni
ti sparo nelle gambe e divento cristiano
dopotutto non è male se mi sento più
umano
Ricordati le favole che hai già vissuto
la pace vulnerabile di ogni minuto
che vivere e ridere, non è abbastanza
mentre imbianco l’uomo nero, tu prendi
coscienza!
Ed ora
ora sai
hai visto coi tuoi occhi
e pianto con i miei
non c’è vergogna se non quella di una
cieca
acquiescenza per viltà, per viltà
ma lascia che sia più tardi
l’inutile lamento che non costruisce
mai
portami nei miei sbagli
che mai ne avrò bisogno
come in questo vivere
Qui non si tratta di una libera denigrazione
ma di rendersi partecipi di ogni ragione
per vivere, ridere, decidere e sognare
e mi ricordo quella volta che volevo
volare
e non aspetto le tue regole neanche
un minuto
propongo i sogni liberi di chi ti ha
creduto
leggere e scrivere non è abbastanza
mentre sbianca l’uomo nero tu prendi
coscienza
na-na-na-na-na…

Sai (ci basta un sogno)

Apri gli occhi e te ne vai
la danza è immobile
scopre i tuoi fianchi
il vento
e nei giorni ogni momento
vorrei percorrere
le tue volute velleità
Se solo avessi potuto cambiare il mondo
all’improvviso
avrei bruciato l’accidia immemore che
porta il
tempo
avrei fermato la guerra inutile con
un
sorriso
e allora si
avrei saputo credere
Posi libera nei sensi
la luce mormora
dalla finestra stanca
la tensione dei silenzi sembra descrivere
ogni tuo sguardo perso
Se solo avessi potuto cambiare il mondo
all’improvviso
avrei asciugato le nubi in lacrime
per la tua
gioia
avrei sfondato le porte ipocrite di
un
paradiso
avrei toccato quell’anima
che vive dentro te
Sai
per sopravvivere
ci basta un sogno
Sai
oh sai
per sopravvivere
ci basta un sogno
E all’improvviso
il tutto si delinea proprio come non
avrei
pensato mai
e nell’immagine
il respiro si distingue ora
per ogni gioia
lacrima
ogni tuo sorriso
sentirai una forza dentro te
che vince ogni limite!
Sai
per sopravvivere
ci basta un sogno
Sai
oh sai
per sopravvivere
ci basta un sogno
Sai

Se si potesse non morire

Avessi il tempo per pensare
Un po’ di più alla bellezza delle cose
Mi accorgerei di quando è giallo e caldo il sole
Di quanto è semplice se piove e ti regali una finestra
Solamente per guardare
E per rendere migliore
Tutto mentre fai l’amore
Se avessi solo un po’ più tempo per viaggiare
Frantumerei il mio cuore in polvere di sale
Per coprire ogni centimetro di mare
Se potessi mantenere più promesse
E in cambio avere la certezza
Che le rose fioriranno senza spine
Cambierebbero le cose
T’immagini se con un salto si potesse
Si potesse anche volare
Se in un abbraccio si potesse scomparire
E se anche i baci si potessero mangiare
Ci sarebbe un po’ più amore e meno fame
E non avremmo neanche il tempo di soffrire
E poi t’immagini se invece
Si potesse non morire
E se le stelle si vedessero col sole
Se si potesse nascere ogni mese
Per risentire la dolcezza di una madre e un padre
Dormire al buio senza più paure
Mentre di fuori inizia il temporale
Se si potesse regalare
Un po’ di fede a chi non crede più nel bene
E gli animali ci potessero parlare
Cominceremmo a domandarci un po’ più spesso
Se nel mondo sono loro le persone
Se potessi camminare verso il cielo ad occhi chiusi
Consapevole che non si smette mai di respirare
Cambierebbero le cose
T’immagini se con un salto si potesse
Si potesse anche volare
Se in un abbraccio si potesse scomparire
E se anche i baci si potessero mangiare
Ci sarebbe un po’ più amore e meno fame
E non avremmo neanche il tempo di soffrire
E poi t’immagini se invece si potesse non morire
E se le stelle si vedessero col sole
Se si potesse nascere ogni mese
Per risentire la dolcezza di una madre e un padre
Dormire al buio senza più paure
E poi t’immagini se invece si potesse non morire
E se le stelle si vedessero col sole
Se si potesse nascere ogni mese
Per risentire la dolcezza di una madre e un padre
Dormire al buoi senza più paure
Mentre di fuori inizia il temporale
Mentre di fuori inizia il temporale