La più bella canzone del mondo

Qualunque delusione,
si cancella,
se ne va…
Soltanto la canzone,
quando è bella,
mai morrà!
La più bella canzone del mondo,
(“Signorinella”)
ci ricorda l’amore profondo
d’una fanciulla…
Di colei, che dinnanzi al telaio,
al quinto piano.
ricamava pensando al notaio
ch’era lontano…
A quei tempi, per ogni contrada,
andava di moda – il pianino di strada.
Si cantavano belle canzoni,
di gioie, illusioni – d’un tempo che fu!
La più bella canzone del mondo,
(“Signorinella”)
è la storia di un bene profondo,
che non torna più…

Le trote blu

Mentre gira gira gira nel laghetto di montagna
senza colpa né magagna la famiglia delle trote blu.
Sulla vecchia bicicletta sta Renzino con Lucietta
verso il grande incantamento di un laghetto tutto argento
Ma un’assurda gelosia brucia il cuore di Lucia
nel laghetto in una scia l’anellino di Renzino vola via
Mentre gira gira gira nel laghetto di montagna
senza colpa né magagna la famiglia delle trote blu.
L’anellino che Lucia disdegnosa butta via
roteando lentamente scende scende scende giù
Che dispetto, che scompiglio sotto il ciglio di quel laghetto
e nel cuor dei fidanzati che imbronciati si son lasciati
Mentre gira gira gira nel laghetto di montagna
senza colpa né magagna la famiglia delle trote blu.
Passa il tempo che languore, che tristezza dentro il cuore
ma operando sta il destino per Lucietta e per Renzino
l’anellino col turchese esce fuori dopo un mese
da una trota in maionese preparata per la festa del paese
E Lucietta tutta in rosa finalmente è andata sposa
e un confetto nel laghetto dolce premio scende giù
Mentre gira gira gira nel laghetto di montagna
senza colpa né magagna la famiglia delle trote blu.
Meno una che ormai non gira più
Meno una che ormai non gira più.

Nel giardino del mio cuore

Fra le nuvole di un grigio ciel
improvviso cadde un raggio d’or
e al tepore di quel nuovo sol
è nato già un fior, un fior!
Sotto il sole dei tuoi occhi, un dolce incanto io sento in me…
Credo ancora nella vita se voglio bene a te!
Nel giardino del mio cuore
che non fioriva più,
è spuntato un nuovo fiore
amore mio, sei tu!
Sei il fiore della vita,
sei la gioia di un sorriso…
Nel mio cuore sempre chiuso
hai portato il sol!
Nel giardino del mio cuore
è ritornato un fior,
una rosa profumata che mi piace sempre più…
E quella rosa, sola. sola.
nel giardino del mio cuore sei tu!

Non ti ricordi più?

Com’ è vano risalire
la corrente della vita
nell’immagine sbiadita
d’un amore che passò!
In quel viso tanto amato
ritrovar l’indifferenza.
la banale convenienza:
“Come state?” e nulla più.
Non ti ricordi più?
Non ti ricordi più?
Tu l’hai dimenticato
quel sogno d’or
di gioventù!
Non ti ricordi più
quella felicità
di baci e di carezze
che co cantò
nel cuor!
Quel che giuravi tu:
“Tutta la vita con te!”
non lo ricordi più.
Cosa ti resta di me?
Non ti ricordi più
del nostro primo amor?
Hai cancellato un sogno
che ti bruciava il cuor!
E mi sento all’improvviso
tanto stanco e sconsolato!
Sono poi così cambiato?
mi domando e dico: “Sì”…
E mi accorgo che ho vissuto
aspettando questo giorno:
questo inutile ritorno…
e sospiro: “ma perché?”
Non ti ricordi più?
Non ti ricordi più?

Ondamarina

Sei come l’onda che non sosta mai
e come l’onda vieni e te ne vai
io son la riva ferma ad aspettare
ogni capriccio del tuo strano amore
un giorno m’ami e un giorno m’abbandoni
dovrei fuggirti e non ti so lasciar.
Ondamarina, amarti come t’amo è una sfortuna
in ogni tua carezza c’è una spina
in ogni tuo sorriso c’è una pena.
Ondamarina, sei bella e incanti più di una sirena
ma chi ti fece fu una fata strana
ti diede tutto e non ti diede un cuor.
Ma un’ora è come un giorno
e un giorno è come un anno
il tempo sembra eterno se tu non sei con me.
Ondamarina, tu che sorridi sul mio cuore in pena
ricorda che la vita è a volte strana
un altro forse riderà di te.
Ma un’ora è come un giorno
e un giorno è come un anno
il tempo sembra eterno se tu non sei con me.
Ondamarina, tu che sorridi sul mio cuore in pena
ricorda che la vita è a volte strana
un altro forse riderà di te.
E come il pescator non abbandona
il mare che gli da vita e gli da pena
così se non ti sento a me vicina
non vivo e cerco te. Ondamarina.

Per una volta ancora

E’ l’ultimo convegno
per darci
l’addio.
E’ già svanito il sogno:
il tuo,
il mio.
Ci siamo tanto amati,
ci siamo tormentati.
Ed ora, contro il cuor,
sciupiamo un grande amor.
Per una volta ancor,
riscaldami
un attimo.
Un attimo d’amor
al gelo del mio cuor.
Domani poi chissà,
chissà,
dite, di me
che mai sarà:
chi piangerà?!
Per una volta ancor
abbracciamoci,
illudimi.
Il desiderio ancor sei tu
e poi non ti vedrò mai più.
Addio mio grande amor!
Il fuoco dell’amore
è ancora una brace.
E’ vivo in fondo al cuore
e il cuore
non tace.
Ma noi, gelidamente,
non ascoltiamo niente.
L’orgoglio vincerà:
addio felicità!
Per una volta ancor,
riscaldami
un attimo.

Raggio nella nebbia

Tu nebbia nascondevi
quel raggio che cercavo
ed ora l’ho trovato e felice
vivo solo d’amor!
Come un raggio di luna
era freddo il mio cuore
senza il caldo sapore
dei tuoi baci d’amor…
Asciugavo il mio pianto
tra le braccia del vento
ogni notte il tormento
nascondevo nel cuor!
Ho cercato l’amor
nello sguardo degli altri
ho cercato l’amor
con il vuoto nel cuor…
Come un raggio di sole
tra la nebbia improvviso
nel tuo dolce sorriso
ho trovato l’amor!
Sei il mio raggio di sole
vivo solo per te.

Scusami

Due cuori e solo un’anima
Noi siamo nell’amor
Ma se t’ho fatto piangere
Scusami, scusami ancor
è stata una vertigine
Un falso batticuor
Che m’ha sconvolto l’attimo
Scusami, scusami ancor
Parlami
Non tacere ma parlami
Vivo di te
E non voglio che te
Amore mio non piangere
Ma stringimi sul cuor
E finirò baciandoti
Scusami, scusami ancor
Parlami
Non tacere ma parlami
Vivo di te
E non voglio che te
Amore mio non piangere
Ma stringimi sul cuor
E finirò baciandoti
Scusami, scusami ancor
Amore scusami
Scusami ancor.

Era l’epoca del “cuore”

Il “Cuore” tra i miei libri ho ritrovato,
l’ho aperto sorridendo, e come allora,
io scopro che tornando a quel passato,
chi legge questo libro piange ancora.
Non sono più bambino, eppure piango,
e per celare questa commozione,
un quadro di quell’epoca compongo
con questa scanzonata mia canzone.
Papaline e caminetti,
gran cappelli con le piume,
e la Lina Cavalieri in stivaletti.
Era l’epoca del lume!
Galeotti baciamani,
sei duelli per due schiaffi!
passeggiate in velocipedi un po’ strani.
Era l’epoca dei baffi!
Le donne racchiuse nel busto
e pallide come Mimì,
le cose di pessimo gusto,
diceva Gozzano in quei dì.
Fiori finti e paraventi,
baci dati con languore,
sguardi languidi e opportuni svenimenti,
Era l’epoca del “Cuore”.
Ricordo come fossi ancor bambino
il buon Garrone dalla testa grossa,
“il piccolo scrivano fiorentino”
e la maestrina dalla penna rossa.
Prendendo per mano i miei amici
si sono stretti a me con commozione,
ma per vederli ridere felici
ricanto questa buffa mia canzone:
Papaline e caminetti,
gran cappelli con le piume,
e la Lina Cavalieri in stivaletti.
Era l’epoca del lume!
Galeotti baciamani,
sei duelli per due schiaffi!
passeggiate in velocipedi un po’ strani.
Era l’epoca dei baffi!
Le donne racchiuse nel busto
e pallide come Mimì,
le cose di pessimo gusto,
diceva Gozzano in quei dì.
Fiori finti e paraventi,
baci dati con languore,
sguardi languidi e opportuni svenimenti,
Era l’epoca del “Cuore”.
Così mio figlio entrando all’improvviso
col libro tra le mani mi ha trovato.
battendomi le spalle m’ha sorriso:
“Ben altri tempi” ha detto e se ne è andato.
Ma il libro all’indomani era sparito,
e guarda un poco che combinazione,
dal figlio il giorno dopo ho risentito
lo stesso ritornello di canzone:
Papaline e caminetti,
gran cappelli con le piume,
e la Lina Cavalieri in stivaletti.
Era l’epoca del lume!
Galeotti baciamani,
sei duelli per due schiaffi!
passeggiate in velocipedi un po’ strani.
Era l’epoca dei baffi!
Le donne racchiuse nel busto
e pallide come Mimì,
le cose di pessimo gusto,
diceva Gozzano in quei dì.
Fiori finti e paraventi,
baci dati con languore,
sguardi languidi e opportuni svenimenti,
Era l’epoca del “Cuore”.
Il tempo tante cose fa scordare
ma il “Cuore” non si può dimenticar.

Sono un sognatore

Oggi sono in vena di gran sincerità,
e voglio soddisfare la tua curiosità.
Mi chiedi se io ti amo rispondo: non lo so!
Se tu vorrai cambiare allora cambierò.
Io sono un sognatore
ma son felice, e sai perché?
Corro dietro alle farfalle
ma non corro dietro a te.
Io sono un sognatore,
ricchezze non ti posso offrir.
Sono ricco solo di sogni.
ma tu non mi puoi capir!
Vorrei che tu
guardassi con me
le stelle lassù…
Vorrei che tu
vivessi così
di fiori, di colori, di parole, di carezze.
Io sono un sognatore
ma son felice, e sai perché?
Corro dietro alle farfalle
ma non corro dietro a te…
perché aspetto
che tu corra dietro a me!