Nel blu dipinto di blu

Penso che un sogno cosi non ritorni mai più:
mi dipingevo le mani e la faccia di blu,
poi d’improvviso venivo dal vento rapito
e incominciavo a volare nel cielo infinito.
Volare oh, oh! Cantare oh, oh, oh, oh!
Nel blu, dipinto di blu. Felice di stare lassù.
E volavo, volavo felice più in alto del sole ed ancora più su,
mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù,
una musica dolce suonava soltanto per me.
Volare oh, oh! Cantare oh, oh, oh, oh!
Nel blu, dipinto di blu, felice di stare lassù.
Ma tutti i sogni nell’alba svaniscon perché,
quando tramonta, la luna li porta con sé.
Ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli
che sono blu come un cielo trapunto di stelle.
Volare oh, oh! Cantare oh, oh, oh, oh!
Nel blu degli occhi tuoi blu, felice di stare quaggiù.
E continuo a volare felice più in alto del sole ed ancora più su,
mentre il mondo pian piano scompare negli occhi tuoi blu,
la tua voce è una musica dolce che suona per me.
Volare oh, oh! Cantare oh, oh, oh, oh!
Nel blu degli occhi tuoi blu, felice di stare quaggiù.
Nel blu degli occhi tuoi blu, felice di stare quaggiù, con te!

Non potrai dimenticare

Non potrai dimenticar i miei baci,
non potrai dimenticare il mio amor!
Nel mio cuor mi porterai
e se a me ripenserai
la mia bocca sulla tua sentirai.
Non potrò dimenticar i tuoi baci,
non potrò dimenticar il tuo amor!
Nel mio cuor ti porterò
e se a te ripenserò
la tua bocca sulla mia sentirò.
Lontano… lontano.
dovunque sarai,
vicino, vicino mi avrai.
Non potrai dimenticar i miei baci,
non potrò dimenticar il tuo amor!
Mentre il tempo passerà
ogni casa cambierà,
ma per sempre il nostro amor vivrà.
Un treno che partiva
un volto nascondeva,
un volto tanto triste che piangeva.
Non era un abbandono,
non era un addio
perché l’amore mio diceva così:
Non potrai dimenticar i miei baci

Amare un’altra

Qualcosa ci ha fatto lasciare
Lontani paesi
Qualcosa ci ha fatto incontrar
Nella stessa città
Ma l’amore è fragile
E ho paura di perderti
Incontrarsi è un miracolo
Che non si può ripetere
Amare un’altra dopo te
Non è possibile
Non sono niente senza te
Mi sento inutile
Se l’ape cerca il fior
Se il fiume cerca il mar
Anch’io cercavo solo te
Per annullarmi in te anch’io
Pensare a un altro accanto a te
Già mi fa piangere
Chi ti comprende come me
Forse non c’è
No, non mi lasciare mai
Non mi lasciare mai
Io vivo col tuo cuore, e tu lo sai
Amare un’altra dopo te
Non è possibile
Pensare a un altro accanto a te
Già mi fa piangere
Chi ti comprende come me
Forse non c’è
No, non mi lasciare mai
Non mi lasciare mai
Io vivo col tuo cuore, e tu lo sai
Amare un’altra dopo te
Non è possibile
Qualcosa ci ha fatto lasciare
Lontani paesi
Qualcosa ci ha fatto incontrar
Nella stessa città
Ma l’amore è fragile
E ho paura di perderti
Se l’amore è un miracolo
Tu sei l’amor.

Nozze d’oro

Suonan dolci le campane din don dan;
si ricorrono argentine din don dan.
Il villaggio è tutto in festa
sulla piazza ad aspettar
una cara coppia che l’amore unì
per la felicità:
è una cara storia nata in un april
di cinquant’anni fa.
Lei col vestito turchino il ventaglio e il vellutino.
Lui la cravatta a farfalla le ghette e il bastoncino
come quel giorno lontano si tengono stretti la mano
e felici ancora per dire “si”.
Passò presto primavera din don dan;
e l’estate passò tutta ad aspettar
e l’autunno, cuore a cuore,
presso il vecchio focolar,
finché un giorno nacque un caro bambolin
che i trilli suoi lanciò;
e tutta di grazia quella casa allor
di festa profumò.
Lei col vestito turchino
Da quel giorno son trascorsi tanti dì;
per i cuori che il “Signore” benedì;
una schiera di bambini
è fiorita in quel giardin.
Oggi i cari vecchi son nonni e in cuor
nascondono un tesor:
la felicità che, nata in un april,
si chiama “Nozze d’or”
E’ una cara storia nata in un april
di cinquant’anni fa.

Arsura

Sembra di fiamma l’orizzonte…
arde la terra sotto il sol.
E questo ardore, che fa bruciare la fronte,
mette un’arsura che mi consuma il cuor.
Mi consuma il cuor…
Cerco una sola fonte
sulla mia via,
l’acqua che scorre viva non mi disseta.
Cerco perdutamente
la bocca tua:
meravigliosa fonte della mia vita!
Quando le labbra si accendono di arsura,
anche una goccia può spegnere la sete…
Ma in questa febbre di spasimo e tortura,
ogni tuo bacio… più sete mi darà!
Cerco una sola fonte
sulla mia via,
cerco la bocca tua…
muoio di sete!
muoio d’amor!

Se tornassi tu

Quasi una bimba, coi riccioli al vento.
Fosti il mio romanzo d’amore.
Breve romanzo. Ma spesso il mio cuore
mi dice: “Era quella la donna per te!”
Se tornassi tu.
se tornassi tu,
bimba che ti chiami NOSTALGIA
sparirebbe allor
dal mio stanco cuor
l’ombra della mia malinconia!
Ritornerebbe il sol
col tuo sorriso
o mio perduto amor.
felicità!
Se tornassi tu.
se tornassi tu,
come cambierebbe la mia vita!
Forse perciò
non ritornano più
tutti i sogni della gioventù.
Tutte le strade m’han visto passare,
nelle lontane contrade del mondo.
Cosa cercava il mio cuor vagabondo?
Cercava la gloria? Ricchezza? Chissà!
Se tornassi tu.

Campana di Santa Lucia

Dal campanile che svetta sul monte
s’ode squillar la campana d’argento…
è “la campana del miracolo”
che ad ogni cuor sa parlar…
Oggi, festosa, vuol di che la mia sposa
sembra un rosa… tra i fior d’un altar.
Suona, campana d’argento di Santa Lucia…
Quel suono giocondo
è come una voce dal cielo per l’anima mia
che ascolta sognando.
perché…
tu dici al cuor:
“devi viver e sperar…
c’è un grande dono
che la vita ti può dar: … l’amor!”
Suona campana d’argento, la tua melodia
è come un inno di felicità…
Oh come è bello tornar sul monte
e risentir la campana d’argento…
con la mia sposa insieme ad un angelo
che il nostro amor allieterà.
Lei si avvicina alla fonte più divina… ,
è già “mammina” ed io son già “papà”.
Dal ciel
fa che il tuo canto
voli nell’immensità
ed ad ogni cuore
porti un soffio di bontà… d’amor…
Suona, campana d’argento di Santa Lucia.

Timida serenata

Sette le stelle dell’Orsa Maggiore,
sette le note della mia chitarra,
sette le notti che il mandorlo in fiore,
ascolto tra i fiori il canto del mio cuor
Timida è la mia serenata,
timida come il mio cuore.
ti vorrebbe dir qualcosa
ma non osa, non osa, non osa.
Timida è la bocca tua,
timida come un bel fior.
mi vorrebbe dir qualcosa
ma non osa, non osa ancor.
Coraggio, amore mio.
dischiudi il tuo bancone
che avrò coraggio anch’io
e ti dirò
per quel che sento per te,
quel che sento per te,
quel che sento
ma timida è la serenata,
timida come il mio cuor.
Ti vorrebbe dir qualcosa
ma non osa, non osa ancor.
Canta tra i rami un dolce usignolo,
segue le note della mia chitarra,
timidamente gorgheggia un “a solo”
cantando alla luna si inebria come me.
Timida è la mia serenata
Ma non osa, non osa ancor.
Ma perché,
ma perché,
dolce amore, non osi ancor?

Cos’è un bacio

Signori gentilissimi,
non sono professore,
ma non occorre un titolo
per insegnar l’amore.
Anch’io perciò desidero
studiare la question;
signori miei, seguitemi
con tutta l’attenzion.
In questo caso parlo
del bacio solamente,
di quello puro, semplice,
di quello folle, ardente.
Or definire è semplice
il bacio, ricordate:
“L’unione di due anime
che sono innamorate…
che sono innamorate…
che sono innamorate… ”
Secondo me la pensano
nel modo più banale
coloro che lo stimano
un atto materiale.
Perché se due si baciano
sapete che succede?
Un fatto importantissimo
di cui nessun s’avvede!
Intanto che si toccano
le bocche strettamente,
le anime si uniscono
appassionatamente.
Or definir è semplice:
“L’unione di due anime
che sono innamorate…
che sono innamorate…
che sono innamorate… ”
Le vostri mani stringono
le mani dell’amata,
le vostre labbra cercano
la bocca profumata:
Il folle bacio alzandosi
dall’anima rapita,
una dolcezza tremula
diffonde per la vita.
Però de differiscono
i modi di baciare,
i risultati, è logico,
dovranno pur cambiare.
Or definir è semplice.

Tu sei del mio paese

E’ sempre uguale questa vita di città:
non sembra festa la domenica!
Girando per le strade
la gente non ti vede
e tu ti accorgi che non sei di qua…
Ma giunse la tua voce all’improvviso
e d’esser quasi a casa mi sembrò.
Tu sei del mio paese
e parli con me:
con quel parlar cortese
tutto ciò che amai vedo in te.
Mi par di ritrovare
un po’ di gioventù,
quell’aria familiare,
l’intimo calor di laggiù.
Nell’aria chiara sento rintoccar
campane al sol
e il canto lieto desta nel mio cuor
la voce che dice: ritorna!
Tu sei del mio paese
e solo a te dirò:
rimpiango troppe cose,
certamente un dì tornerò.
Un verde prato, un ruscelletto, tanti fior
e quattro case in mezzo agli alberi:
ricordo la piazzetta,
la gente senza fretta
che sempre ti saluta nel passar:
E quando è l’ora dell’Avemaria
più forte è il desiderio di tornar.
tu sei del mio paese