Non è mai troppo tardi

Vedo che piangi;
io so, questo pianto cos’è!
Temi sia tardi
per vivere ancora con me!
Non è mai troppo tardi
per dire sottovoce.
oppure con gli sguardi:
“ti voglio tanto bene!”
Non è mai troppo tardi
per riportare la luce
tra il velo dei ricordi
e sciogliere le nubi
col sole dell’amor!
Ed ora che mi parli
dei sogni miei perduti,
mi par di ritrovarli
e di ricominciar!
Le lacrime che piangi
son lacrime d’amore,
cancellano il dolore:
Non è mai troppo tardi
nel dire nel baciarmi:
“ti voglio bene ancor!”
Giorno per giorno,
con l’ansia che non da respir,
ora per ora
sentivo i miei sogni morir!

Notturno. (per chi non ha nessuno)

Buonanotte a chi non ha, non ha nessuno.
Buonanotte a te che attendi per sognar
Forse un giorno troverai sul tuo cammino
chi al tuo cuore dolcemente parlerà.
Questo canto d’amor l’anima consola
Dormi dormi al tuo cuor l’angelo s’ispiri
Buonanotte a chi non ha, non ha nessuno
Buonanotte a te che attendi ma non speri più
Come le rose son tornate a fiorire
Così l’amore un dì al tuo cuore sorriderà
Buonanotte a chi non ha, non ha nessuno
Buonanotte a te che attendi ma non speri più
Come le rose son tornate a fiorire
Così l’amore un dì al tuo cuore sorriderà.

Angeli senza cielo

Risplendon le vetrine illuminate
e grandi e piccoli si fermano a guardar,
le belle bamboline modellate
che ci sorridono e sembrano aspettar,
aspettano due braccia, che facciano da culla,
per far la ninna nanna e per sognar.
Bambole, meravigliose bambole, che i bimbi fan sognar,
capaci di parlar, di dir papà e mammà
come angeli che dal ciel sembrano scendere
a vivere per l’altrui felicità
son bambole, ma son soltanto bambole
che non potranno mai sentirti palpitar l’amore in fondo all’anima
se in un angolo finiran, chi mai piangere le sentirà
sono angeli che nel ciel mai non vivran
son bambole, ma son soltanto bambole
che non potranno mai sentirti palpitar l’amore in fondo all’anima
nel destin che non ha doman chi mai più le ricorderà
sono angeli che giammai il ciel vedrà.

Arriva il direttore

Quando eravamo piccini
la nostra maestrina
con la più gran disciplina
tutti faceva filirar
lei ci metteva in riga
gridando “fate attenzion”
“adesso marcerete cantando questa canzon”.
Battiam battiam le mani
arriva il direttor
battiam battiam le mani
all’uomo di valor
gettiamo tulipani
e mazzolin di fior
cantiamo tutti in coro
evviva, evviva
ed una coppa d’oro
doniamo al direttor.
E finalmente a vent’anni
dicemmo è finita
ora ci porta la vita
giorni di felicità
ma presto tutti quanti
dovemmo constatar
che per andare avanti
sempre si deve cantar.
Battiam battiam le mani
arriva il direttor
battiam battiam le mani
all’uomo di valor
gettiamo tulipani
e mazzolin di fior
cantiamo tutti in coro
evviva, evviva
ed una coppa d’oro
doniamo al direttor.
Ma quando ci lamentiamo
sinceri non siamo
forse in segreto sogniamo
la parte del direttor
tutti vorremmo in fondo
dal mondo farci applaudir
e la canzone in coro
ci piacerebbe sentir.
All’arbitro noi diciamo
“arriva il direttor”
ed al metropolitano
“arriva il direttor”
al maestro Ferrari diciamo
“arriva il direttor”
ognun di voi domani
potrebbe cantare
“battiam battiam le mani
arriva. arriva.
arriva il direttor!”

Aveva un bavero

Nella sera fredda e scura
presso il fuoco del camino
quante storie quante fiabe
raccontava il mio nonnino;
la più bella che ricordo
è la storia di un amore
di un amore appassionato
che felice non finì.
Ed il cuore di un poeta
a tal punto intenerì
che la storia di quei tempi
mise in musica così:
Aveva un bavero color zafferano
e la marsina color ciclamino
veniva a piedi da Lodi a Milano
per incontrare la bella Gigogin.
Passeggiando per la via
le cantava mio dolce amor
Gigogin speranza mia
coi tuoi baci mi rubi il cuor.
Ma con altri del paese
in Piemonte fu mandato
e per essere vicino
col suo cuore innamorato
sopra l’acqua di una roggia
che passava per Milano
perché lei lo raccogliesse
ogni dì posava un fior
lei con ansia lo aspettava
sospirando attorno amor
e bagnandolo di pianto
lo stringeva forte al cuor.
Lui saputo che il suo ritorno
finalmente era vicino
sopra l’acqua un fior d’arancio
deponeva un bel mattino;
lei, vedendo e indovinando
la ragione di quel fiore,
per raccoglierlo si spinse
tanto tanto che cascò;
sopra l’acqua, con quel fiore,
verso il mare se ne andò .
e anche lui, per il dolore,
dal Piemonte non tornò.
Lei lo attese fra le stelle
su nel cielo stringendo un fior
e in un sogno di poesia
si trovarono uniti ancor.

Berta filava

Dicono sempre le nonne
e lo ripeton le mamme;
esclameranno le figlie doman:
“che bei tempi nella mia giovane età!”
Era il tempo in cui Berta filava,
filava, filava ed il cuore sognava…
Oh come sognava!
Oh come sognava!
ed intanto che Berta aspettava,
aspettava, aspettava, il tempo passava…
Oh come passava!
Cosa succederà?!
se qualcuno, combinazione,
bussava giù dal portone,
col cuore che batteva in grande ansietà,
trepidante dalla paura,
guardava dalla fessura
dicendo “chissà, chissà chi sarà?”
Era il tempo in cui Berta filava,
filava, filava ed il cuore sognava.
Oh come sognava!
quando verrà l’amor?
Nel mondo senza scompiglio,
forse si stava assai meglio.
Col lumicino a petrolio ed un fior,
che bello donare un bacio d’amor!
Oh come sognava!
oh come sognava!
Oh come passava!
cosa succederà?
Sulle mura del gran castello,
di notte, pian piano bel bello,
intanto che stavan tutti a dormir,
a cavallo del suo cavallo,
avvolto nel grande mantello,
l’amante l’andava infine a rapir!
Era il tempo in cui Berta filava,
filava, filava ed il cuore sognava…
E poi si svegliava,
in braccio al grande amor!

Canzone da due soldi

Nelle vecchie strade
del quartiere più affollato
verso mezzogiorno oppure al tramontar
una fisarmonica e un violino un po’ stonato
capita assai spesso d’ascoltar
accompagnano un cantante d’occasione
che per poco niente canta una canzon.
E’ una semplice canzone da due soldi
che si canta per le strade dei sobborghi
e risveglia in fondo all’anima i ricordi
d’una dolce e spensierata gioventù.
E’ una semplice canzone per il cuore
poche note con le solite parole
ma c’è sempre chi l’ascolta e si commuove
ripensando al tempo che non torna più.
Si vede aprire piano pian
qualche finestra da lontan
c’è chi s’affaccia ad ascoltar e sospirar.
E’ una semplice canzone da due soldi
che si canta per le strade dei sobborghi
per chi spera per chi ama per chi sogna
è l’eterna dolce storia dell’amor.
Il suo motivo all’indoman
seicento orchestre suonerà
vestito di mondanità ovunque andrà
ma la semplice canzone da due soldi
finirà per ritornare dove è nata
per la strada su una bocca innamorata
che cantando sogna la felicità.
Canzone da due soldi
due soldi di felicità.

Canzoni alla sbarra

Eccoci a San Remo
pieno di emozioni
per il festival delle canzoni:
chissà chi andrà, chi mai lo vincerà…
canzoni, ma che gran calamità…
se vedi una ragazza passeggiare,
se provi desiderio o tentazione,
ormai, non c’è più scampo nel da fare
e tu scrivi una canzon!
Se brilla il sol o c’è il temporale, se sei felice o ti senti male,
c’è sol un rimedio che non ha l’eguale
e tu scrivi una canzon!
Il cielo, le stelle, la luna,
il mare, col vento…
son buoni pretesti
per scrivere qualche lamento.
Canzoni da mattino sino a sera,
canzoni di chi spera e si dispera,
è tutto un turbinare di canzoni
che san remo lancerà!!!
Quanta seduzione
c’è in una canzone
quando il ritornello giunge al cuore
Amor tesor
non senti il mio dolor…
è bella questa sua semplicità!
Se perdi una battaglia col tuo amore,
e senti di morir di crepacuore,
tu piangi le tue lacrime più amare
e poi scrivi una canzon!
Se vedi una gardenia o un tulipano,
se vedi un pappagallo o un caimano,
tu trovi un certo sentimento strano
e poi scrivi una canzon!
Dottori, pittori, tenori,
cantanti, ed uscieri
in fondo si sentono
tutti un po’ canzonieri!
Canzoni da mattino sino a sera,
canzoni di chi spera e si dispera,
è tutto un turbinare di canzoni
che San Remo lancerà!
canzoni, canzoni, canzoni,
a voi la libertà!!!

Cirillino ci

Il gran cirillo che fu il cirillo di noi cirilli
s’è sviluppato, s’è fidanzato, s’è poi sposato
ed ora è padre di un bel bambino ch’è tutto strilli
cirillino ci, cirillino ci.
Una mattina il bimbo cadde dal seggiolone
un ricciolino spuntò pian piano dal suo testone
prima lui strillò, dopo protestò,
e la sua protesta ben trenta notti durò.
Cirillino ci cirillin, cirillino ci cirillin,
con quel ricciolino sei così carino ma impazzir mi fai notte e dì
cirillino ci cirillin, cirillino ci cirillin,
con la tua mammina, col tuo paparino non si fa così.
Dimmi come stai, dimmi che cos’hai, dimmi cosa vuoi
vuoi la caramella, no, vuoi la balia bella, si,
mi vuoi fare bao, mi vuoi fare ciao, vuoi il biberon
vuoi pigliare moglie, cosa vuoi ancor
cirillino ci cirillin, cirillino ci cirillin,
con quel ricciolino sei così carino cirillino ci
Si ricercò e si consultò nonno Cirillone
e Cirillone chiamò un dottore, un gran dottore,
che in base al vecchio decreto legge di Cicerone
per cirillo ci sentenziò così
Bisogna farlo cadere ancora dal seggiolone
perché rientri quel ricciolino nel suo testone
la sentenza un dì poscia si eseguì
mentre il paparino cantava al bimbo così
Cirillini ci cirillin.
Tombola di qua, tombola di là, cirillino ci
senza operazione oggi sta benone
vitamina D, vitamina C, lui non sa cos’è
e sul seggiolone lui si sente un re
Cirillino ci cirillin, cirillino ci cirillin
con un sorrisino bacio ogni bambino, cirillino ci.

Con te

Sapessi come è dolce amarti amore mio
quello che provo io tu non lo puoi saper
quando ti stringo al petto un fremito mi assale
fino a sentirmi male, un male ch’è un piacer
Vorrei vivere con te, con te, con te tutta la vita
vorrei fremere con te, con te, con te gioia infinita
vorrei perdermi con te, con te, con te nel fuoco ardente
vivere e morir con te, con te, con te.
M’incantano quegli occhi, mi struggono i tuoi baci
se piangi, ridi o taci, sei tanto bella amor
racchiusa nel mio cuore, porto con gelosia
perché sei tutta mia, unico mio tesor.